Prove generali di un conflitto.
Dinamo Zagabria-Stella Rossa

Nella primavera del 1990 si svolgono in Croazia le prime libere elezioni dal 1938. I risultati sono schiaccianti: il partito nazionalista Unione Democratica Croata si afferma con il 42,8% delle preferenze e scalza la Lega dei Comunisti di Croazia che è stata al potere per 45 anni.

13 maggio 1990

Big match fra la squadra croata Dinamo Zagabria e la Stella Rossa di Belgrado

Il 13 maggio, a una settimana dalle elezioni, si tiene la penultima giornata di quello che sarà l’ultimo campionato jugoslavo di calcio. E’ in programma il big match fra la squadra croata Dinamo Zagabria e la Stella Rossa, società sportiva della capitale serba Belgrado, già matematicamente vincitrice.

Allo Stadio Maksimir di Zagabria arrivano oltre 3.000 supporter serbi armati, appartenenti al gruppo ultrà Delije, la frangia più violenta della tifoseria della Stella Rossa. Il leader, Željko Ražnatović, è un criminale affiliato a una formazione paramilitare, conosciuto con il soprannome di Arkan che proprio negli ambienti ultras arruola e addestra volontari, soprannominati “le tigri”.

Dall’altra parte i Bad Blue Boys, principale gruppo della tifoseria organizzata della Dinamo. 

Il calcio di inizio è previsto per le sei di sera, ma le squadre non riescono nemmeno a completare il riscaldamento. Sugli spalti i tifosi serbi spaccano seggiolini, distruggono recinzioni e incendiano cartelloni pubblicitari; poi entrano in campo, scatenando la reazione della controparte croata che fa lo stesso.

Il prato del Maksimir diventa un campo di battaglia: si susseguono scorribande, scontri, risse e incendi, mentre i feriti rimangono a terra. I disordini, fuori e dentro lo stadio, durano fino a notte fonda: 138 persone, tra tifosi e agenti di polizia, sono ricoverate; 132 arrestate, centinaia di mezzi incendiati e distrutti.

Ma quel pomeriggio resta nella storia anche per il gesto compiuto dal calciatore Zvonimir Boban. Durante gli scontri il ventunenne capitano della Dinamo si scaglia contro i poliziotti per difendere alcuni tifosi croati rimasti a terra. Colpito con una manganellata reagisce con un calcio che frattura la mascella di un poliziotto. L’accaduto gli costa l’arresto e la squalifica per 9 mesi. Sarà anche costretto a rinunciare al Campionato Mondiale di calcio Italia ‘90: ultima apparizione internazionale della nazionale jugoslava. Interrogato sui motivi che lo hanno spinto dirà: “Per la maglia della Jugoslavia ho dato tutto: l’ho rispettata, ma mai amata. Per quella della Croazia sarei stato pronto a morire.”

Esattamente un anno dopo la Croazia, insieme alla Slovenia, proclamano l’indipendenza: sarà l’inizio del conflitto in Jugoslavia.

“Per la maglia della Jugoslavia ho dato tutto: l’ho rispettata, ma mai amata. Per quella della Croazia sarei stato pronto a morire.”

Zvonimir Boban
Calciatore croato

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